Diagnostica ecografica ed epatopatie
Nei pazienti affetti da malattia cronica del fegato la presenza della fibrosi epatica e la sua progressione nel tempo condizionano la prognosi, la gestione clinica e le scelte terapeutiche. La fibrosi epatica rappresenta la sostituzione del parenchima epatico sano con la matrice extracellulare ed è la causa principale dell’evoluzione della malattia cronica del fegato in cirrosi epatica con conseguente grave disfunzione epatica.
La complessità della fibrogenesi e la comprensione dei meccanismi che sono alla base della diversa velocità della progressione del danno fibrotico, al di là della diversa velocità di progressione e indipendentemente dall’eziologia della malattia, rendono essenziale la necessità di valutare l’evoluzione della malattia in tempi brevi.
La biopsia epatica rappresenta il gold standard per la valutazione del danno epatico identificando l’entità del processo infiammatorio ed il grado di fibrosi definendo in tal modo il grado di interessamento epatico ed il rischio di evoluzione verso la cirrosi. Purtroppo tale metodica è una procedura invasiva che può risultare dolorosa ed indurre delle complicanze e disagi al paziente. Inoltre non sempre si ottengono risultati certi in rapporto alle ridotte dimensioni del frustolo bioptico ed all’interessamento disomogeneo del fegato da parte della malattia.
Con gold standard in ambito sanitario si intende il migliore e più affidabile esame, farmaco, materiale, trattamento o protocollo disponibile al momento e rappresenta solitamente la prima scelta logica per valutare un quesito diagnostico, la prima terapia farmacologica o il trattamento medico, chirurgico o infermieristico più efficace.
In questo articolo si evince che la biopsia epatica è l’esame diagnostico più accurato per la valutazione del danno epatico tra quelli attualmente disponibili.
Per queste ragioni la valutazione della fibrosi epatica con metodi non invasivi ha rappresentato una sfida per la ricerca di metodologie alternative. Sono stati pertanto utilizzati dei markers sierici per valutare la fibrosi, purtroppo la loro performance diagnostica è ben lontana dall’essere ottimale per la valutazione della cirrosi.
Fibroscan
Nasce cosi nel 2003 il Fibroscan, indagine strumentale diagnostica semplice, non invasiva, accurata e ripetibile per la valutazione della fibrosi, capace di misurare la rigidità del fegato.
Purtroppo il Fibroscan non può essere eseguito:
- In pazienti obesi (con BMI maggiore di 28);
- In pazienti con ascite;
- In pazienti con spazi intercostali particolarmente stretti;
- In pazienti con stimolatore cardiaco;
- In gravidanza.
Inoltre essendo una metodica che viene eseguita “alla cieca”, cioè senza una visualizzazione della zona dove si esegue la campionatura con immagini ecografiche, è previsto un fallimento di diagnosi tra il 2,4% ed il 9%.
Elastosonografia shear wave
Nel 2010 nasce una nuova tecnica ecografica capace di superare tali criticità: l’elastosonografia shear wave.
La metodica, come per il Fibroscan, si basa sul presupposto che lo sviluppo della fibrosi altera l’elasticità complessiva dell’organo ma, a differenza del Fibroscan, ha la peculiarità di essere integrata in apparecchiature ecografiche evolute in grado di esaminare l’organo di interesse in modo diretto, cioè di visualizzare l’immagine anatomica del fegato e selezionare la zona da valutare. Inoltre non presenta le limitazioni segnalate per il Fibroscan.
L’elastosonografia, oltre alla valutazione del danno nei pazienti con epatite virale e con cirrosi, risulta fondamentale nell’inquadramento clinico-diagnostico della NAFLD, cioè nella valutazione della fibrosi in soggetti con steatosi epatica non alcolica.
L’asteatosi epatica(più comumemente nota come “egato grasso”) è una condizione frequente (in Italia il 25% della popolazione anche in soggetti giovani) che consiste, appunto, nell’accumulo di grasso nelle cellule epatiche (>10% del peso del fegato).
Di per sé non dà sintomi, però può evolvere in infiammazione (steatoepatite) e fibrosi, che possono portare allo sviluppo di cirrosi epatica e raramente al carcinoma epatico.
L’ecografia è attendibile nella valutazione della sofferenza della steatosi epatica (grado 1-2-3), ma risulta poco affidabile per valutare la presenza della steatoepatite-fibrosi, cioè l’evoluzione della malattia verso la cirosi. Pertanto è fondamentale l’inquadramento di tali pazienti con l’elastosonografia shear wave.
Cita l'articoloMonaco L. Diagnostica ecografica ed epatopatie [Internet]. 2023 Gen [cited 2024 Nov 24]. Available from: https://www.guarinolab.it/blog/diagnostica-ecografica-ed-epatopatie/