Virus Epatite B – anticorpi anti HBs quantitativo
L’epatite B è una malattia del fegato causata da un virus, detto virus dell’epatite B. L’infezione è trasmessa attraverso il sangue e i liquidi corporei. Una volta entrato nell’organismo, il virus si moltiplica principalmente nel fegato.
Spesso l’infezione non causa alcun disturbo evidente: in questo caso si parla di infezione “asintomatica”, con la possibilità di contagiare altre persone senza esserne consapevoli.
L’infezione causata dal virus dell’epatite B può essere acuta o cronica.
Infezione acuta
L’infezione acuta si manifesta subito dopo l’ingresso del virus nel corpo. Può guarire spontaneamente per l’intervento del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) che combatte contro il virus. Negli adulti, nella maggioranza dei casi (circa il 95%), l’infezione acuta va incontro a guarigione spontanea entro qualche mese senza necessità di alcuna cura (terapia). Nei bambini minore è l’età meno frequente è la guarigione spontanea. Può, infatti, variare dal 10%, nei neonati che contraggono l’epatite B dalla madre al momento del parto, al 20-30% nei bambini che contraggono l’infezione nei primi anni di vita. La probabilità di guarigione spontanea diviene progressivamente simile a quella degli adulti man mano che aumenta l’età in cui avviene l’infezione.
Raramente, in meno di 1 caso su 100, l’infezione acuta può manifestarsi come epatite fulminante. In tal caso, il sistema immunitario del malato, nel tentativo di eliminare il virus, attacca il fegato in maniera esagerata, danneggiandolo così gravemente da bloccare le normali funzioni svolte dall’organo. Senza un rapido intervento medico può essere mortale.
La maggior parte delle persone guarite dall’infezione acuta è immune per il resto della vita, come avviene per altre malattie virali quali, ad esempio, il morbillo, la parotite, la rosolia.
Infezione cronica
L’infezione cronica si verifica quando il sistema immunitario non riesce a sconfiggere completamente il virus e, quindi, l’infezione acuta non guarisce completamente ma permane nel tempo. In tal caso, la moltiplicazione del virus all’interno dell’organismo persiste per anni, solitamente decenni.
Per stabilire se un’infezione sia, o meno, cronica, a distanza di 6 mesi dal primo esame che ha evidenziato la presenza del virus, si esegue un secondo test: qualora anch’esso risulti positivo, vale a dire confermi la presenza del virus, l’infezione può essere considerata cronica. Questo tipo di infezione può provocare nel tempo gravi danni al fegato (cirrosi ed epatocarcinoma).
Poiché nella maggior parte dei casi l’epatite B (sia acuta, sia cronica) non provoca disturbi (sintomi), chi è portatore del virus spesso non ne è consapevole e scopre di averla contratta molti anni dopo solo quando compaiono problemi alla funzionalità del fegato.
In Italia il numero annuo di nuovi casi di epatiti B acute (cioè di quelle infezioni acute nelle quali si hanno i sintomi di malattia – vedi sezione successiva) è progressivamente diminuito negli ultimi 25 anni, soprattutto grazie all’introduzione della vaccinazione. Esiste, tuttavia, un numero imprecisato di persone (secondo alcune stime almeno mezzo milione) con un’infezione cronica asintomatica.
Alcuni comportamenti e situazioni determinano un maggior rischio di contrarre (o di aver già contratto) l’infezione: far uso di sostanze stupefacenti (in particolare quelle iniettabili); avere rapporti sessuali senza protezione (mancato uso del profilattico); avere partner sessuali multipli; esser nato, aver vissuto o viaggiare spesso in un paese dove l’epatite B è molto diffusa; convivere con un portatore del virus (il rischio nella convivenza è drasticamente ridotto vaccinandosi contro l’epatite B e mettendo in atto comportamenti adeguati).
Esiste un efficace vaccino in grado di prevenire l’epatite B.
La presenza di anticorpi anti-HBs indica l’avvenuta reazione immunologica dell’organismo verso il virus dell’epatite B (HBV) e, dopo una infezione acuta da HBV seguita dalla perdita dell’antigene di superficie (HBsAg), può essere un indicatore utile per la risoluzione della malattia. La determinazione degli anticorpi anti-HBs in soggetti asintomatici può segnalare un’esposizione all’HBV o, in caso di vaccinazione il successo di quest’ultima; numerosi sono gli studi che hanno dimostrato l’efficacia del vaccino dell’epatite B nella formazione di livelli adeguati di anti-HBs e nella prevenzione dell’infezione da HBV.
Settore
Biochimica clinica ed immunologia
Metodica
Elettrochemiluminiscenza
Materiale biologico
Siero
Raccolta
Prelievo venoso
Provetta o contenitore
Tappo giallo – Provetta CAT Serum Sep Clot Activitor
Modalità di trasporto
Il campione può essere conservato a temperatura ambiente se giunge in laboratorio entro 8 ore dal prelievo; per tempi di trasporto superiori alle quattro ore ed inferiori alle 24 ore il campione deve essere refrigerato a temperatura di +2 – 8°C; per tempi di trasporto superiori alle 24 ore occorre centrifugare il campione e congelare il siero a temperature inferiori a -10°C (trasporto in ghiaccio secco).
Tempi d’elaborazione
1 giorno lavorativo
Valori di base
Virus EPATITE B – anticorpi anti HBs quantitativo
Assenti
< 10mUI/mL : Non protetto
Unità di misura
mUI/mL
Cita l'articoloGruppo Guarino . Virus Epatite B – anticorpi anti HBs quantitativo [Internet]. 2020 Mag [cited 2024 Nov 21]. Available from: https://www.guarinolab.it/esami/virus-epatite-b-anticorpi-anti-hbs-quantitativo/